Mauro Faina's blog

School Adventures

Archive for March 2010

I condannati a morte della Resistenza

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Leggendo un articolo di Eugenio Di Rienzo, e dopo la discussione settimanale con alcuni personaggi di fede sinistroide, rilancio la discussione riguardo alle nefandezze commesse dalla cosiddetta Resistenza e dall’assoluta marginalità che questo movimento ebbe per la liberazione dell’Italia. L’interessante articolo di Di Rienzo, sottolineava che i soldati della divisione SS Reichsfurher autori del terribile eccidio di Sant’Anna (vedi l’omonimo film per dettagli) furono condannati da un tribunale militare di La Spezia e i giudici spezzini motivarono tale decisione nell’assoluta gratuità del fatto, senza alcuna necessità bellica. In ogni caso quel gruppo di SS aveva usato pesantemente il diritto di rappresaglia consentito dalla Convenzione dell’Aia (in pratica chi aiutava il nemico, anche se civile, poteva essere passato per le armi). Invece per i “predoni” del CNL , che usavano il termine eufemistico partigiani, autori di eccidi altrettanto crudeli e “gratuiti”, ci fu la completa assoluzione. Ho discusso animatamente con due amici questa settimana e ho ricordato loro prima di tutto le cifre del movimento partigiano (per rimarcare la sua scarsa o addirittura nulla incidenza sulla liberazione dell’Italia),e poi ho sottolineato quanto sangue hanno versato in nome della “resistenza”. Io ho snocciolato cifre e fatti, loro slogan e fumose verità. La più divertente è stata: Berlusconi e padrone della Mondadori e quindi riscrive la storia!!!! Meditate gente, meditate!!!

Written by dago64

March 28, 2010 at 8:38 pm

Il soldato dimenticato XII

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Per le successive due settimane, la vita nel castello con i miei compagni della 19th compagnia continua come al solito, e cancellai la memoria della 27th, che sembrava essere composta interamente di personaggi scontrosi e cupi. A essere sincero, comunque, devo ammettere che gli uomini nella 27th erano stati in servizio fin dal 1940. L’inverno è arrivato, con la sua neve e pioggia, che trasformano la terra in colla appiccicosa. Quando arriviamo all’imbrunire siamo coperti di fango e sfiniti, ma ancora pieni di quel senso di gioia che viene dalla gioventù e dalla salute. Queste piccole fatiche sono nulla se paragonate a quello che ci aspetta. Ogni sera ci scaldiamo nei nostri letti confortevoli, e scherziamo fino a che il sonno ci interrompe.

Written by dago64

March 28, 2010 at 8:22 pm

Posted in soldato XII

Il soldato dimenticato XI

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E’ caldo bollente, ma lo mando giù ad ogni modo. Ogni occhio è fisso su di me. Non mi è mai piaciuto il sapore dell’alcohol, ma sono determinato a finire questo litro a qualsiasi prezzo, così non sembrerò una mammoletta. Lascio questo mucchio di zoticoni senza salutare, e mi ritrovo fuori al freddo un’altra volta. Questa volta sento che l’inverno polacco è arrivato. Il cielo è annuvolato, e il termometro è sceso a – 6 gradi.
Non so veramente dove andare. La piazza è quasi vuota. Nelle case circostanti, i polacchi si devono scaldare di fronte ai loro camini. Cammino fino al parcheggio, dove alcuni soldati sono alle prese con i loro camion. Oso dire qualche parola, ma essi rispondono senza entusiasmo. Devo essere troppo giovane per loro: questi tipi sono già nei loro 30 anni. Continuo la mia passeggiata senza meta, e vedo tre uomini con la barba vestiti di lunghi cappotti di uno strano colore marrone, che stanno tagliando un tronco d’albero per la sua lunghezza con una grande sega multiuso. Non riconosco le loro uniformi. Cammino verso di loro, e gli chiedo se è tutto a posto. La loro sola risposta è di smettere di segare e stirarsi, e immagino che stiano sorridendo dietro le loro pesanti barbe. Uno di loro è alto, robusto; gli altri due bassi e tarchiati. Gli faccio due o tre domande, ma non ottengo risposta. Questi tipi stanno ridendo di me! Sento poi dei passi dietro di me, e una voce dice: lasciali stare. Sai che parlargli è vietato, tranne che per dargli ordini.
Questi selvaggi non mi rispondevano in ogni caso. Mi stavo solo chiedendo cosa diavolo stanno facendo nella Wermacht.
Accidenti!! Dice il tipo che è venuto a zittirmi. Posso capire ora che non sei mai stato sotto il fuoco nemico. Questi tizi sono prigionieri russi. E se mai vai al fronte e vedi uno di loro prima che veda te, spara senza esitazione, o non ne vedrai un altro!!
Sono stupito, e guardo di nuovo i russi, che hanno ripreso a segare. Così questi sono i nostri nemici, che sparano ai soldati tedeschi, soldati che portano un’uniforme come la mia. Perchè allora mi sorridevano?

Written by dago64

March 4, 2010 at 9:54 pm