Mauro Faina's blog

School Adventures

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quante cazzate!!!!

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Stavo guardando uno special sui movies per adolescenti e poco più grandi con particolare riferimento a notte prima degli esami. In primis le assurdità del regista, tale Fausto Brizzi. Chi ha vissuto gli anni 80 sa perfettamente la verità (maturità nell’82 e università dall’83 all’89). Prima di tutto sfatiamo il mito dei prof alla carogna. Certo ce n’erano, ma non in percentuale così evidente. Ho avuto dei professori nella media, senza gloria nè infamia, ma mai da tiro al bersaglio (eccetto ripeto per qualche eccezione). Certo c’erano le preferenze, ma nulla di più. Trascorsi i primi tre anni di liceo un pochino lontano da dove abitavo (Legnano la mia residenza, Busto Arsizio la sede del liceo linguistico). Quindi ogni mattina prendevo il treno e raggiungevo la sede della scuola, luogo dove c’erano molti ragazzi della provincia bene. Devo dire che i primi due anni furono stupendi. Tante ragazze, studio si ma mai così impegnativo, e gite memorabili (ragazzi si rimediava sempre!!!!). In classe era divertente. La mia principale vittima era la prof di italiano (sapete come me la fece pagare? Mi affibbiò l’esame di riparazione alla fine della terza, malgrado voti sufficienti, avevo fatto una battuta pesante in classe a riguardo del fidanzato, un soggettone e mi aspettò al varco!!! Incredibbbillleeeeee. Ecco in terza liceo cominciarono alcuni problemi. In classe confluirono alcuni deficienti e purtroppo portarono solo danno al gruppo pregresso. Avevo un ragazzo più grande che cominciò a rompermi i coglioni dal primo giorno e devo dire non era divertente. Ecco, quell’anno (1980) fu uno dei peggiori. A casa avevo molti problemi (mia madre non stava bene) e praticamente passai l’anno con mio padre, mentre mio fratello e mummy si erano già trasferiti, attendendo che li raggiungessimo. Un vero chaos. Passavo gran tempo della mia giornata da solo, si c’erano gli amici, o meglio conoscenti, ma proprio per la situazione di mia mdre avevo un tarlo che mi logorava incessantemente. Beccai alla fine di quell’anno due esami di riparazione (all’epoca si chiamavano così) e pensate un po’ oltre ad italiano, pure inglese in cui ero sempre eccellente, ma salvai l’anno anche se mi ero lasciato completamente andare, dato che sapevo che sarei finito a Latina l’anno dopo. Quando sei nel pieno dell’adoloscenza, cambiare vita e abitudini improvvisamente è veramente traumatico. Non ne volevo sapere, piansi veramente tanto, ma alla fine dovetti cedere ai miei genitori e trasferirmi a Latina Scalo. Chiaramente il tutto era dovuto alle condizioni di salute di mia madre e dato che avevo tutti i parenti a Latina, mio padre decise che era meglio per tutti. Devo confessare che il disagio lo superai abbastanza in fretta, cominciai a frequentare il liceo locale, nuove amicizie, nuovi incontri e presto i ricordi lasciarono la strada a questo nuovo tipo di vita (profondamente diverso in ogni caso). La classe in cui ero finito era fatta di tutte ragazze (e parecchie cozze ve lo assicuro!!!), ma mi accolsero bene e tutto sommato non incontrai particolari problemi. Tralasciando altre storie che presto racconterò, la notte prima degli esami non fu niente di particolare. Gli scritti andarono bene e fui estratto per primo all’orale, in cui dopo una gran prova in Arte, l’arpia di matematica mi chiese un’equazione, le diedi il risultato all’istante , ma lei a cosa si attaccò? Mi devi dire tutti i passaggi, altrimenti è come se non mi avessi risposto. Io le dissi: guardi che se ho calcolato il risultato a mente ed è quello giusto, significa che probabilmente i passaggi non li ho elencati in quanto li ho fatti a mente. Insomma una deficiente che non raccomando a nessuno. La notte prima ero andato a letto tranquillo, era l’anno della vittoria dell’Italia ai mondiali e in quel periodo c’erano le partite che tenevano banco. Finiva così il primo periodo della mia adolescenza, cominciata alla grande, ma finiva in sordina, non avevo la ragazza, non sapevo bene cosa fare in futuro e non avevo una lira in tasca e guidavo una macchina scalcinata!!!. Mi accingevo ad affrontare quello che chiamo il tardo periodo dell’adolescenza, quello dove si comincia l’università e si cambiano veramente abitudini. Mi piace ricordare come ero dal punto di vista caratteriale: tutte e tutti mi riconoscevano una grande saggezza e le ragazze si confidavano volentieri con me. Non ero sicuramente quello da pazzie, ma riflessivo e dal carattere forte. In ogni caso avevo ancora molto da comprendere…..

Written by dago64

July 14, 2007 at 4:03 pm

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