Mauro Faina's blog

School Adventures

Archive for the ‘il soldato dimenticato X’ Category

Il soldato dimenticato XI

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E’ caldo bollente, ma lo mando giù ad ogni modo. Ogni occhio è fisso su di me. Non mi è mai piaciuto il sapore dell’alcohol, ma sono determinato a finire questo litro a qualsiasi prezzo, così non sembrerò una mammoletta. Lascio questo mucchio di zoticoni senza salutare, e mi ritrovo fuori al freddo un’altra volta. Questa volta sento che l’inverno polacco è arrivato. Il cielo è annuvolato, e il termometro è sceso a – 6 gradi.
Non so veramente dove andare. La piazza è quasi vuota. Nelle case circostanti, i polacchi si devono scaldare di fronte ai loro camini. Cammino fino al parcheggio, dove alcuni soldati sono alle prese con i loro camion. Oso dire qualche parola, ma essi rispondono senza entusiasmo. Devo essere troppo giovane per loro: questi tipi sono già nei loro 30 anni. Continuo la mia passeggiata senza meta, e vedo tre uomini con la barba vestiti di lunghi cappotti di uno strano colore marrone, che stanno tagliando un tronco d’albero per la sua lunghezza con una grande sega multiuso. Non riconosco le loro uniformi. Cammino verso di loro, e gli chiedo se è tutto a posto. La loro sola risposta è di smettere di segare e stirarsi, e immagino che stiano sorridendo dietro le loro pesanti barbe. Uno di loro è alto, robusto; gli altri due bassi e tarchiati. Gli faccio due o tre domande, ma non ottengo risposta. Questi tipi stanno ridendo di me! Sento poi dei passi dietro di me, e una voce dice: lasciali stare. Sai che parlargli è vietato, tranne che per dargli ordini.
Questi selvaggi non mi rispondevano in ogni caso. Mi stavo solo chiedendo cosa diavolo stanno facendo nella Wermacht.
Accidenti!! Dice il tipo che è venuto a zittirmi. Posso capire ora che non sei mai stato sotto il fuoco nemico. Questi tizi sono prigionieri russi. E se mai vai al fronte e vedi uno di loro prima che veda te, spara senza esitazione, o non ne vedrai un altro!!
Sono stupito, e guardo di nuovo i russi, che hanno ripreso a segare. Così questi sono i nostri nemici, che sparano ai soldati tedeschi, soldati che portano un’uniforme come la mia. Perchè allora mi sorridevano?

Written by dago64

March 4, 2010 at 9:54 pm

Il soldato dimenticato X

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Improvvisamente vedo circa cento veicoli tedeschi parcheggiati nella strada, e Starfe indica un edificio con una bandiera svolazzante di fronte ad esso. Tirai un sospiro di sollievo. Eravamo sulla strada verso Cremenstovsk dopo tutto.
Avrai almeno un’ora di attesa, mi dice Starfe. Vai al bar e vedi se ti possono dare qualcosa di caldo. Come parla, mi dà una pacca sulla spalla. Mi sento molto motivato dal tono amichevole di questo tenente a cui ho saputo dare solo uno spaventoso viaggio. Non avrei mai immaginato che quest’uomo la cui faccia è in qualche modo spaventosa sarebbe stato capace di un gesto quasi paterno.
Cammino fino all’edificio che sembra un municipio. Un cartello riporta un’iscrizione bianco su nero: Soldatenchenke 27e Kompanie. I soldati vanno e vengono continuamente. Dato che non c’è sentinella, entro e attraverso una stanza dove tre soldati sono alle prese a scartare pacchi di cibo. Oltre questa stanza ce nè un’altra, con un banco in fondo, a fianco il quale un gruppo di soldati stanno parlando.
Potrei avere qualche cosa di caldo? Ho appena portato un ufficiale qui, ma non appartengo alla 27°. Così, blatera il soldato dietro il bancone, un altro di questi dannati alsaziani che pretendono di essere tedeschi. E’ chiaro che parlo spaventosamente male. Non sono alsaziano, ma mezzo tedesco, per mia madre. Non mi mettono pressione. Uno dietro il bancone va in cucina. Rimango dove sono, piantato nel mezzo della stanza, avvolto nel mio pesante cappotto verde. Cinque minuti più tardi, il soldato è di ritorno con una bollente gavetta mezza riempita di latte di capra. Versa un bicchiere pieno di alcohol nella gavetta e me la porge senza dire una parola.

Written by dago64

February 28, 2010 at 6:25 pm